lunedì 15 giugno 2009

Primi dubbi sulle missioni internazionali

Venerdì sera, siamo invitati al barbeque organizzato dai membri del TIPH (Temporary International Presence in the City of Hebron), il corpo di osservatori internazionali di Hebron. Il TIPH venne istituito nel 1994 per volere del Consigio di Sicurezza delle Nazioni Unite a seguito del massacro nella moschea di Abramo, perpetrato da un ebreo estremista che uccise 29 musulmani che si trovavano all’interno al momento della preghiera. La comunitá internazionale decise allora di istituire una forza mista tra civili e militari per garantire una certa sicurezza ai civili palestinesi. Israele e l’Autoritá Palestinese scelsero ciascuno tre paesi: Italia, Turchia, Svizzera, Norvegia, Svezia e Danimarca. Ufficialmente il TIPH entra in funzione nel 1997.

Il quertier generale si trova in un posto lontano dal centro storico, dove i membri del TIPH svolgono il loro lavoro. Il posto in cui vivono é davvero esclusivo, entriamo e siamo accolti con le prime misure di sicurezza: tesserino di entrata in cambio dei nostri passaporti. L’albergo é fornito da ogni tipo di servizi, vedo passare dietro di me un ragazzo in pantaloncini e maglietta evidentemente sudato, quindi deduco che devono avere anche una palestra.
Il team italiano ci accoglie, scopro piú tardi che gli italiani sono tutti appartenenti alle forze dell’ordine, cosí come i turchi. Ci fanno fare un giro del posto, al piano terra hanno una biblioteca e un centro che dovrebbe servire da centro di informazione. Ai piani superiori ci sono le camere, il risporante, la cucina, la terrazza. Il complesso é davvero grande, e ospita lussuosamente solo 64 persone.

Tutti sono davvero ospitali con noi, sono contenti di avere delle nuove persone con cui parlare. La lamentela principale nei corridoi riguarda la totale assenza di privacy e la freddezza dei membri scandinavi. Questo gruppetto di europei simpatici sembra per loro una boccata di aria fresca.
La serata di stasera é organizzata dal team danese, molta carne e ottimo cibo. Finalmente possiamo avere qualche birra e un bicchiere di vino senza lasciare Hebron e andare a comprare l’alcool a Betlemme.

Tutto qui intorno peró mi sembra finto e lontano dalla realtá in cui viviamo ogni giorno. La neutralitá forzata ha un sentore di inutilitá, un asetticismo utile alla coscienza di molti ma inutile alla vita di ogni giorno dei palestinesi.
Non so quale sia l’effetto del lavoro di queste persone sulla sicurezza dei paestinesi. Il compito principale dei membri del TIPH é osservare. In caso di infrazioni, che in questa cittá significa sempre abuso e violenze, l’unica cosa che possono fare é scrivere reports e inviarli ai paesi membri oltre che alle autoritá competenti in Israele e in Palestina. Quello che mi chiedo é se era davvero necessario istituire un punto di osservazione internazionale su un conflitto cosí complesso che ha il solo compito di monitorare e scrivere. Quanto anche é impossibile non riconoscere l’importanza dell’informazione, che ne é di queste violazioni, cosa succede all’informazione se semplicemente in Europa nessuno conosce la situazione che si vive ogni giorno a Hebron, cosa ne é della dignitá di tutti quei palestinesi costantemente paragonati a terroristi su cui sembra gravare la colpa per ogni misfatto commesso contro di loro. A cosa serve la presenza di questo corpo di osservatori se la realtá é costantemente distorta.
E’ con questi dubbi che lascio il TIPH, dopo un piacevole serata in compagnia di questi militari in vacanza.

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