09/06/2009
Anche questi giorni sono stati pieni di novitá e di cose nuove da fare e preparare. Sabato sono andata con due funzionari del ministero dello sport alla partita tra la nazionale palestinese e la selezione di Grozny, in Cecenia. Sono riuscita a farmi acrreditare come giornalista cosí ho potuto fare le interviste e le foto in campo.
In realtá la cosa piú interessante della giornata é il viaggio. Sono con due palestinesi in macchina, quindi non possiamo passare da Gerusalemme per raggiungere Ramallah, e ció significa che ci vorranno almeno due ore per percorrere meno di 50 chilometri. All’altezza di Beit Jalla, a Betlemme, c’é un incrocio che conduce su una strada per Ramallah in 5 minuti . Nel 1995 peró questa strada é stata confiscata e chiusa al traffico, ora é per uso esclusivo dei coloni. Il che ci rende le cose piú difficili. Dobbiamo prendere la strada che passa per la “Valle del Fuoco”: uno spettacolo magnifico in un panorama desertico, valli e monti che si stagliano aí due lati della strada, le tende dei beduini, strade che si articolano sinuosamente e che rendono il cammino un pó accidentato. Mi verrebbe da ringraziare il governo israeliano per questo magnifico diversivo offertomi, ma mi libero subito dai miei panni di turista quando vedo i camion per i trasporti pesanti delle ditte palestinesi arrampicarsi faticosamente su per le strade, trasportando ferro o blocchi di pietra. Ecco la strada che un palestinese di Hebron deve fare per andare nella capitale, un viaggio di quesi due ore invece che meno di una.
Sulla strada di ritorno inerpicandoci per l’ultimo tornante guardiamo a destra: Gerusalemme si stende con tutta la sua bellezza al nostro fianco. La cupola della Roccia e la Moschea di Al Aqsa sono ancora ben visibili nonostante il buio. Mohammed, uno dei miei due compagni di viaggio, sospira e mi dice: guarda Al Aqsa, é da venti anni che non ci posso andare.
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